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Commercializzazione del flamenco e dei i suoi artisti verso gli inizi degli anni 80

Commercializzazione del flamenco e dei i suoi artisti verso gli inizi degli anni 80

Durante questo importantissimo passaggio storico del Flamenco, esso diviene una diretta forma di espressione artistica, molto articolata di una profonda connessione con l’intimità sociale e razziale dell’epoca.

Mentre prima del 1970 il flamenco veniva completamente ignorato da ogni ambito, ed a volte persino disprezzato dall’alta borghesia e dagli stessi media che poi lo osanneranno, poiché appartenente ad una classe sociale inesistente , composta per lo più da culture di nomadi e Gitani.

Oggi il flamenco viene interpretato un po’ da tutti in Spagna, chi più o chi meno, è talmente abituato alla cultura flamenca, che la esorta a baluardo sociale per mezzo anche delle proprie forze, cercando di far intuire al prossimo che si tratta di una corrente artistica molto bella ed inimitabile, vero patrimonio artistico musicale della Spagna.

Pertanto, il flamenco diviene in questo periodo anch’esso una questione di business, facendosi strada all’interno del mainstream mediatico spagnolo, la corrente raggiunge ogni angolo più recondito delle strutture popolari, anche di quelle inerenti ai pubblici maggiormente malpensanti.

Il flamenco diventa così un argomento da trattare ovunque, specialmente sulle riviste, sui giornali, in tv ed in radio, si trasforma dunque in meta artistica per turisti acculturati e non acculturati, trasformandosi così in una vera e propria attrazione artistica e musicale planetaria.

Spiegandolo con parole differenti: questa così antica corrente artistica, un tempo relegata nel suo stesso brodo primordiale, composto esclusivamente da culture zingare provenienti dall’Oriente, dalle origini mistiche ed a dir poco confuse, le quali adottano di stili di vita abbastanza criticabili in ambito Occidentale.

Culture emarginate e multietniche condizionate dalla loro precarietà e miseria nel Mondo, i loro canti “lamentati” dai contenuti politicamente scorretti e di celata protesta sociale, dalla bellezza nuda e cruda, che non lascia nulla al caso e si vede per ciò che è… una danza di congregazione dallo spirito al 100% libero.

Il corso naturale della musica del flamenco nasce dal battito del cuore dei suoi avi, degli antichi interpreti che, in maniera autentica ne andranno a costituire le radici dalle quali poi, evolverà il tutto.

Tutta questa centenaria arte, composta da musica, ballo, usi e costumi, finisce poi per essere così come per la nicchia, tanto come per l’arte più effimera e commerciale, essere vista ed udita da tutti, indistintamente, anche da coloro che non la capiscono fino in fondo o dalla quale non traggono nessun tipo di insegnamento.

L’arte del flamenco, che racchiude le culture popolari di generazioni intere fuse tra loro, assieme alle loro sofferenze, tradizioni ed alla loro tenacia di esistere, rischia infine di trasformarsi nel moderno contesto storico, in una semplice moda o un banale passatempo.

La commercializzazione di danza, musiche o persino di culture popolari, risiede proprio in questo, rendere papabile, semplice, simpatico ed esclusivamente divertente, ciò che in realtà deriva da centinaia di anni di tradizione.

Artisti storici, ormai quasi tutti dimenticati, lasciano spazio alle nuove generazioni che tentano di tramandare un qualcosa che anche a loro è stato raccontato e vissuto solo in una piccola parte della sua totalità.