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Il Flamenco da Antonio el Bailarìn alla Rumba di Paco De Lucìa

Il Flamenco da Antonio el Bailarìn alla Rumba di Paco De Lucìa

La lunga via artistica del Flamenco, dal suo brodo primordiale nato tra i popoli nomadi e gitani per giungere sino ai giorni nostri ed alla tradizione occidentale, è stata tracciata da un turbinio di alti e bassi, successi ed insuccessi, sia dal punto di vista culturale, che per quanto riguarda tutti gli artisti (ballerini di flamenco ed arrangiatori musicali di flamenco), che contribuirono a renderlo ciò che tutti noi oggi conosciamo e che lo riconosciamo infine, come patrimonio artistico dell’intera umanità.

Gli anni di rinascita ed espansione del flamenco all’interno della cultura popolare spagnola partono dal 1970, in questi anni il flamenco inizia a farsi strada persino nel mainstream mediatico, ribaltando completamente le idee politiche che fino ad allora avevano tergiversato nei confronti di questa bellissima ed amabile arte.

Il flamenco infatti venne ripetutamente preso di mira dai giornalisti di regime, che lo ritenevano persino un pericolo per la stabilità sociale del popolo spagnolo.

Nel 1975 un ballerino conosciuto da tutti come Antonio el Bailarìn (nome reale: Antonio Gades), riesce a conquistare i propri ultimi successi pubblici, il tutto traghettato dagli echi di un cambiamento per nulla ben interpretato da molti opinionisti e giornalisti di rilievo, i quali sembrano impegnarsi alquanto limitando il suo nome al passato regime politico.

Nella loro eterna ignoranza (in ambito del flamenco), o forse per decisioni oppure ordini politici, questi osservatori e divulgatori di notizie non così ben inerenti alla realtà, tentano così di disintegrare una impeccabile carriera da esperto danzatore, la quale viene completamente ignorata, messa da parte, dimenticata e neppure menzionata dal denigratore di turno, di un ballerino di flamenco peraltro bravissimo.

Sono esattamente i tempi di grande tumulto ed evoluzione dell’arte flamenca.

Tempi precisi di sperimentazione artistica e di nuove strade da percorrere da tutti i nuovi od affermati musicisti presenti, è il tempo della “Rumba”, quella di Paco De Lucìa, che ricorda vividamente come un brano dal nome “Entre Dos Aguas” nasce per caso e per forza di contratto in uno studio di registrazione, lo stesso musicista afferma: dovevo finire per l’incisione di un disco ed avevo un contratto con la casa discografica che ne stava sollecitando la conclusione, mancava solamente un brano per completarlo, perciò mentre discutevo in studio sul da farsi, chiamai un basso, una percussione e provai l’improvvisazione di una rumba su 3 toni.

Vari tra i musicisti amici di Paco, lo spinsero ad includere quel tipo di opera all’interno del disco, poiché immaginavano già alle grandi ripercussioni che quel brano avrebbe avuto e così avvenne.

Ma quello che in realtà avviene è molto più grande ed inclusivo, grazie a questo brano ed alla strategia adottata da artisti come Jesùs Quintero, vero sostenitore di Paco De Lucia, viene ripulita l’intera immagine del flamenco nell’opinione pubblica, traducendo il tutto in un grande e solido successo dell’artista.

E’ in questo momento che anche le riviste finalmente iniziano a cambiare opinione nei confronti del flamenco, rivitalizzandolo e idolatrando finalmente i musicisti, soprattutto i chitarristi, decretando il vero boom mediatico dell’oggi celeberrimo strumento a corda.